Come evitare situazioni che possano penalizzare il tuo business e creare problemi di invenduto

La carta vino: un elemento ormai imprescindibile in tutti i locali moderni, che siano essi fine dining o tranquille trattorie di paese. La proposta vini sta diventando un elemento fondamentale. Ma quando può essere utile? Quando orpello o, peggio ancora, dannosa all’azienda?

Non fatevi trarre in inganno, la carta vino non è un elemento indispensabile e tanto meno nulla che possa essere preso alla leggera. È il vostro biglietto da visita, i vostri clienti da essa potranno farsi tante idee del vostro format e sulla vostra ricerca, in tutti i campi. Per rendere l’idea è un po come avere un ristorante impeccabile con i servizi igienici trascurati. 

Peggio ancora quando viene redatta in maniera inappropriata

Proprio questo è il punto che voglio trattare in questo articolo: quali sono gli errori più frequenti nel redigere la carta vino e quali conseguenze possono portare. Mettervi in guardia da errori apparentemente banali ma che potranno drasticamente veicolare la scelta del vini da parte del cliente, portando sul lungo termine giacenze di cantina critiche e invenduti importanti.

1. Vini parafulmine

Questa è una condizione che si verifica spesso e volentieri ai novizi, spesso appassionati. Ma non solo. Parlo del cosiddetto “Vino parafulmine”, un elemento identificabile spesso sul lungo periodo, quello che ruba la scena ad altri vini attirando su di se l’attenzione del cliente che davanti ad una proposta non convincente o ad un personale poco preparato cercherà rifugio nella scelta a lui confidenziale o dal brand più forte.

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Il vino parafulmine è comunemente un rallentatore di vendita ma attenzione, non va aberrato; un salvagente ad un cliente poco confidente può risultare un ottimo escamotage in situazioni molto difficili da gestire. Il trucco sta nella giusta misura: se per esempio voleste approfondire la Montalcino del vino con proposte originali e ricercate, avere in proposta produttori come Banfi, Biondi Santi o Mastrojanni (con le dovute differenze di posizionamento) renderà più difficile trasportare il consumatore su una scelta di vostra ricerca senza la giusta preparazione.

2. Errate diciture

Un altro problema comune, ma molto fastidioso per chi sta leggendo la carta vini, è l’errore di dicitura, posizionamento o tipologia.

Per ottenere credibilità davanti al cliente, aver redatto perfettamente la carta vino è un tassello chiave che viene rispettato da molte meno attività di quello che si pensa. Un errore di troppo porterà il cliente a correre subito ai ripari, ricercando un’etichetta a lui famigliare e togliendovi tutta l’autorevolezza sull’argomento.

Il consiglio qui è valutare sempre la consulenza di un esperto per una revisione carta vini o una redatta di proposta.

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3. Vini nascosti

Questa condizione è dannosa soprattutto per la rotazione della carta.

Sempre più ristoratori al giorno d’oggi optano per una carta vino “leggera”, con poche etichette e soggetta a grande rotazione. Per fare ciò bisogna proporre i vini giusti al momento giusto e questo può risultare difficile nel caso di carte vino standard con proposte poco originali. Questo perché molti vini risulteranno nascosti nelle carte vino, penalizzati da tecniche involontarie di marketing, quale la posizione propria di tale etichetta.

Il mio consiglio è di variare la classica divisione della carta vino, rendendola più accattivante e sfogliabile al cliente, creare un focus. Esso non leggerà solamente le prime pagine della proposta, ma sarà incentivato a usare la curiosità e a scavare tra la vostra creatività. 

Da li a qualche mese cambiate le chiavi di lettura, ricreate la carta vino su nuovi concetti, invertendo l’ordine delle proposte, donando visibilità a prodotti prima meno privilegiati di posizione.

I concetti possono essere diversi: territorialità, storia, vitigni, stagionalità, ecc. L’importante è non perdere mai credibilità e proporre sempre un pensiero veritiero, una filosofia concreta che possa trasmettere quel qualcosa in più al cliente e possa contribuire all’economia circolare della vostra cantina nel rispetto di tutti.

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