Ampelografia: disciplina o storia d’amore?

Ampelografia, un concetto fondamentale per qualsiasi studioso e appassionato dell’ampissimo mondo del vino. Ma da dove l’origine di questo termine?

Anche in questa facciata ci mette lo zampino ancora una volta lui, il dio del vino: Dioniso.

Un dio mezzo sangue

Dioniso è figlio di Zeus e di Semele. Quest’ultima una mortale che divenne amante di Zeus, senza conoscerne la vera identità di sovrano dell’Olimpo. Semele fu provocata da Era, moglie della grande divinità, a convincere il partner a mostrarsi nella sua vera identità. Zeus dovette cedere alle minacce di Semele la quale gli proibì…il sesso! Egli si mostrò nel suo vero io, pur sapendo che la donna sarebbe morta fulminata. Così andò. 

La donna era incinta di Zeus, il quale prese il bambino dal ventre della defunta mortale e se lo cucì nella coscia. Dopo 3 mesi diede alla luce un bimbo: Dioniso.

Era fu furibonda di questo figlio e decise di ucciderlo. Per salvaguardare il dio mezzosangue, Zeus lo affidò a Ermes, che lo portò fuori da Tebe, ad una nobile famiglia.

In maniera molto subdola, Era rinunciò ad uccidere Dioniso, “limitandosi” a perseguitarlo, condannandolo ad una vita errante. 

Questioni d’amore

Il primo vero amore di Dioniso fu un ragazzo di spiccata bellezza ed eleganza: Ampelo. Di lui il Dio del vino era gelosissimo, non riusciva a togliergli gli occhi di dosso. Come tutti gl’innamorati, temeva per l’incolumità del suo partner.

Un giorno assistette ad una scena inquietante: un drago cornuto apparve tra le rocce. Sul dorso portava un capriolo. Lo rovesciò su un altare di pietra e affondò un corno nel corpo inerme. Sulla pietra rimase una pozza di sangue. Dioniso osservava e soffriva.

Provando apprensione verso il suo amato Ampelo e raggelato dalla triste profezia, lo mise in guardia dalle corna del toro, nonostante il ragazzo avesse molta dimestichezza con le bestie feroci.

Un triste destino

Un giorno Ampelo incontrò un toro, si mise ad accarezzarlo e decise di volerlo cavalcare. Era, proprio lei, mandò un tafano a pungere ed imbizzarrire il toro. La bestia cominciò a sgroppare  e scartare finché il giovane non perse il controllo e fu scaraventato al suolo. La caduta fu rovinosa.

Tentò invano di alzarsi e liberare la pericolosissima zona d’impatto. Purtroppo non ebbe scampo. Il toro, oramai impazzito, incornò e straziò le carni del giovane, facendo così avverare la profezia.

All’arrivo di Dioniso, la tragedia fu già consumata. Nemmeno il figlio di Zeus potè nulla, essendo immortale non gli fu consentito di seguire il suo amato nell’Ade. Neppure gli fu concesso piangere. Gli dei non versano lacrime.

L’eccezione che cambiò tutto

Ma fu proprio l’eccezione a quest’ultimo divieto ad aver cambiato il mondo.

Una pioggia di lacrime trovava terreno sul corpo martoriato dell’amato. Dioniso si inginocchiò per un ultimo saluto. Sotto il corpo di Ampelo, un rivolo di sangue stava abbeverando un germoglio che avrebbe, una volta divenuto pianta, avviluppato il giovane, donandogli una nuova identità.

Colui che aveva provocato il pianto al dio che non piange divenne quindi una vite, per continuare a vivere nel cuore e nel corpo di Dioniso. La vite prese il nome di Ampelo, e ancora oggi “ampelografia “ è la scienza che studia, identifica e classifica i vitigni.